Corpi senza volto

#0035


A metà strada tra thriller e romanzo rosa
Nel campo della così detta "letteratura d'importazione" c'è - ovviamente - spazio per tantissimi lavoro, ognuno dei quali viene abilmente collocato nel genere di appartenenza. tuttavia a tutto c'è un limite. Anche alla pazienza dei lettori. Francamente il romanzo "Corpi senza volto" , presentato dalla TEA con la suggestiva copertina che ritrae una serie di strumenti chirurgici così in tono con il titolo dello stesso, rappresenta una forte delusione per gli amanti del thriller in senso stretto. Già, "in senso stretto" perchè ormai le case editrici così avvezze ai fenomeni di oltreoceano importano e "spacciano" sul mercato qualunque accozzaglia di parole e segni di interpunzione, purché anche lontanamente possa evocare l'idea del thriller.
Fatta questa doverosa premessa, si può ben affermare che "Corpi senza volto" romanzo di Tess Gerritsen del 2003, è un noioso lungo racconto che partendo da premesse thriller/splatter sfocia nel romanzetto rosa per giunta per nulla avvicnente.
La storia è molto semplice (dalla quarta di copertina): Boston, pochi giorni a Natale. La città è imbiancata dalla neve, serrata dal gelo in attesa delle festività. Ma la morte non ha rispetto per luoghi sacri o ricorrenze: Maura Isles, patologa della polizia metropolitana soprannominata la Regina dei Morti, viene convocata dal detective Jane Rizzoli a ora tarda, nella cappella del convento di Nostra Signora della Divina Luce. A terra giacciono due corpi massacrati: la novizia Camille e suor Ursula, più anziana e con un passato nelle missioni del Terzo mondo. Per la giovane non c’è nulla da fare, ma sorella Ursula viene trasportata d’urgenza in ospedale. Forse, se riprende conoscenza, potrà fornire qualche indizio....
Dopo questo inizio di tutto rispetto ed eccezion fatta per alcune pagine, davvero brillanti, in cui viene descritta l'esecuzione di alcune autopsie, il romanzo sfocia nel nulla ssoluto soffermandosi oltre ogni umano limite sulle fobie sessuali di una patologa legale che a tutti costi viene presentata dalla'autrice quasi come una ninfomane; sui problemi personali e familiari della detective, sui rapporti più o meni limpidi con il padre di una giovane novizia: tutti elementi che non hanno nulla a che vedere con la storia principale, quella - per intendersi - che giustificherebbe l'appellativo di thriller a questo strano romanzo.
In realtà la sensazione che si ha è quella che la vera storia narrata sia la condizione esistenziali di cinque donne:
-Suor Ursula, massacrata nella capella del proprio convento;
-la giovane novizia Camille, anch'essa massacrata ma forse anche custode di un segreto orribile che ha minato la sua esistenza;
- Jane Rizzoli, la ferrosa detective tutta d'un pezzo capace però di assumere decisioni che mostrano, infine, un animo sensibile e mettono in luce la "donna" che è in lei;
- Maura Isles, medico legale, la regina dei morti, che incarna il contrasto tra la morte e la vita rappresentata dal più sfrenato sesso che aleggia più o meno velatamente nella mente della donna, arrivando sin quasi ad immaginarsi un rapporto sessuale con il prete del convento;
-la donna senza volto (l'unica che sembrerebbe giustificare l'altimenti inspiegabile titolo), dimenticata, senza nome, senza mani, senza un'identità, una donna che potrebbe essere tutte le donne e nessuna al tempo stesso. Una donna che simboleggia la fragilità ma anche la forza che le donne sanno di possedere.
Ecco, visto in quest'ottica, prendendo come riferimento queste cinque donne, le loro storie, i loro caratteri e la loro evoluzione all'interno del romanzo, il giudizio su questo lavoro potrebbe certamente migliorare. Infatti dal punto di vista, non thriller, il romanzo è anche piacevole scorre via più meno velcocemente, complice una scrittura agile e non troppo ampollosa, anche se in alcuni passi alcuni termini troppo specifici finiscono per appesantirne i passaggi.
In sintesi la lettura di questo romanzo può risultare piacevole solo se si tiene in mente che non si tratta di un thriller convenzionale. In qeusto caso - e l'annacquato finale lo dimostra - la vera storia non è l'indagine, l'assassinio e quant'altro, ma solo la storia delle donne le quali colpevoli o innocenti che siano, si innalzano dall'intrigo stesso divenendo centro del racconto, ciascuna con la propria storia.
--
Valutazione: 1 libro (come thriller, ma come romanzo in astratto considerato, la valuatzione sarebbe 3 libro)
--



blogger templates | Make Money Online